Che ne è stato di te, Michael Collins?
Guidi ancora moduli lunari? Se ne devono incontrare di personaggi pazzeschi, facendo il tassista spaziale. Ad esempio Neil Armstrong, il primo piede ad aver calpestato la Luna, un eroe mondiale. E Buzz Aldrin, un po’ meno conosciuto. Su di lui, eroe di seconda scelta, ci ha scritto un bel romanzo Johan Harstad. “Non tutti vogliono essere i numeri uno” recita la prefazione: ma in realtà, lo sai, Neil e Buzz hanno litigato parecchio per decidere chi dovesse scendere per primo. Il vero outsider qui sei tu, Michael. Ma chi sei tu?
Per tutti, Apollo 11 è la missione di due astronauti. Già, ma qualcuno doveva pur portarli sulla Luna, eh Michael? E perché non sei sceso anche tu insieme ai tuoi compagni? Va bene, tu guidavi soltanto.
Mentre Neil e Buzz piantavano bandiere, tu te ne stavi alla deriva nel nulla. Mentre Neil e Buzz driftavano sulla superficie lunare e scattavano selfie destinati a entrare nei libri di storia, tu vivevi 24 ore di solitudine cosmica, prima di riportare tutti a casa.
Rintanato nella tua navicella, un’orbita dopo l’altra, hai visto il lato nascosto della Luna. Poi ti sei voltato indietro e, guardando la Terra da così lontano, devi aver pensato che quella prospettiva valeva il viaggio.
Ecco, se l’allunaggio fosse stato un film di Kubrick, il mio personaggio preferito saresti stato tu, Michael Collins, eroe silenzioso nello spazio profondo.
Fabio Soriente