Editoriale #1

È il primo giorno di scuola. Non conosci nessuno, tutti intorno a te hanno gli occhi sgranati, grandissimi. Vedi una bambina impaurita e capisci che ti piace perché ti riconosci in lei. La scegli come compagna di banco. È la tua prima vera scelta.

Da quel momento imbocchi una strada, segui una linea, decidi delle cose: che la pizza ti piace senza pomodoro, che i sorrisi di plastica delle bambole hanno un cattivo odore, che non sopporti gli egocentrici, che le magliette arancioni sono belle, ma non s’intonano con i tuoi occhi.

Inizi a escludere altre prospettive. La tua, una, si cristallizza. Cresci e frequenti persone con gusti simili, leggi libri che ti somigliano, ascolti solo la musica che Spotify ti suggerisce. Affini lo sguardo, ma sempre verso un’unica direzione, da un’unica direzione.

Rischi forse di perderti altro, ti confini in una stanza protetta, ovattata, chiusa dall’interno: rassicurante, certo, finché non ti accorgi che l’aria è viziata, soffocante. Non resta che aprire la finestra.

Affacciati.

Identifica nella folla qualcosa o qualcuno che reputi terrificante, brutto, intollerabile.

E, solo se non ti piace, sceglilo.

Respira: non potrà che riservarti una dolorosa meraviglia.

Giovanna Maria Bianco